Descrizione | al fine di: 1) disporre di uno strumento militare sufficientemente ampio da consentire un corretto equilibrio fra le diverse componenti operative; 2) disporre di un bilanciato e diversificato insieme di capacità terrestri; 3) garantire la disponibilità di unità specializzate dei Carabinieri per possibili azioni di prevenzione dei conflitti e stabilizzazione post conflittuale; 4) disporre tanto di una componente navale in grado di operare in ambienti caratterizzati anche da rischi elevati quanto di una componente per la prolungata sorveglianza e il pattugliamento in aree a minore rischio; 5) preservare una moderna, sia pur coerente con le risorse disponibili, capacità nazionale di proiezione di forza dal mare; 6) dotare le forze aeree di adeguate capacità di difesa e superiorità aerea, di supporto al suolo e d¿ingaggio di precisione in profondità; 7) continuare sviluppare in piena armonia con la strategia nazionale sulla protezione informatica le difese contro attacchi di natura cibernetica; 8) concorrere in modo più efficace alla tutela della libertà di accesso allo spazio e alle profondità marine; 9) perseguire lo sviluppo e la valorizzazione delle capacità e dei centri di eccellenza (CoE) nazionali, soprattutto in ambito NATO ed europeo; 10) incrementare la capacità di proiezione e sostegno delle forze al di fuori del territorio nazionale; 11) rafforzare e valorizzare ulteriormente le capacità afferenti alle forze speciali, alle forze per operazioni speciali e alle unità e mezzi per il loro supporto; 12) mantenere un¿adeguata capacità di acquisire e gestire le informazioni di Comando e Controllo in grado di condurre a livello interforze o congiuntamente alle forze alleate e amiche, campagne militari complesse; 13) migliorare l¿attuale sistema d¿intelligence in modo che possa efficacemente raccogliere, analizzare e valorizzare le informazioni, anticipando l¿insorgere di esplicite minacce, per una migliore gestione dei rischi; 14) aumentare la percentuale delle attività effettuate con modalità simulate, ovvero mediante l¿utilizzo di sistemi info-elettronici e simulatori; 15) migliorare gli strumenti di comunicazione strategica per generare conoscenza e condivisione nelle audience di riferimento; 16) sviluppare nuove politiche per l'innovazione e la ricerca scientifica e tecnologica; 17) individuare le prioritarie attività tecnologiche e industriali; 18) armonizzare ed integrare sempre di più il Piano Nazionale della Ricerca Militare con quello della Ricerca Nazionale; 19) mantenere la progettazione, lo sviluppo e la produzioni delle tecnologie pertinenti alle ¿competenze sovrane¿ sul territorio nazionale; 20) finalizzare lo sviluppo della ¿matrice delle tecnologie abilitanti¿ di raggiunta o auspicabile eccellenza; 21) perseguire una stretta cooperazione tra la Difesa e l'industria che coinvolga anche le Università e i distretti tecnologici; 22) nel quadro di una forte interrelazione tra la Difesa, l¿industria e gli altri Ministeri: - avviare l¿adeguamento dell¿esistente normativa tecnico-amministrativa sia per consentire le acquisizioni di lungo periodo sia in termini di condizioni contrattuali; - stimolare il rafforzamento delle competenze e delle capacità di esistenti Agenzie europee, quali OCCAR e EDA; 23) rivedere il modello delle acquisizioni, estendendo l¿inserimento del supporto logistico di lungo termine nel contratto di acquisto e dell¿addestramento iniziale; 24) avviare approfondimenti finalizzati a ricercare un nuovo bilanciamento tra le competenze da mantenere nell¿ambito delle Forze armate e quelle da far gestire alle industrie di settore; 25) utilizzare piattaforme e sistemi ad architettura aperta e possibilmente modulari;; 26) nella gestione dei programmi di sviluppo e di acquisizione: ¿ armonizzare le esigenze e i requisiti militari NATO, PSDC e nazionali; ¿ evitare requisiti troppo specificamente ritagliati sulla specifica esigenza militare nazionale. |
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